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Settembre Nero − Palestina (Striscia di Gaza e Cisgiordania)
L'Organizzazione Settembre Nero (più comunemente detta Settembre Nero) era un'unità dei fedayn palestinesi fondata nel 1970. Il nome del gruppo deriva dal conflitto noto come Settembre nero, che ebbe inizio il 16 settembre 1970, quando Re Hussein di Giordania dichiarò il governo militare, in risposta ad un tentativo da parte dei fedayn di prendere il controllo del suo regno. Il tentativo si concluse con la morte o l'espulsione dalla Giordania di migliaia di palestinesi. L'Organizzazione Settembre Nero prese vita come una piccola cellula di uomini di Fatah, detrminati a vendicarsi di Re Hussein e dell'esercito giordano. Ad esso si unirono persone reclutate dall'FPLP, da as-Sa'iqa e da altri gruppi.
Settembre Nero è nota soprattutto per il rapimento e l'uccisione di 11 atleti israeliani, e l'omicidio di un poliziotto tedesco, durante l'attacco del settembre 1972 al villaggio olimpico di Monaco di Baviera, che divenne noto come il massacro di Monaco.
Struttura del gruppo
C'è disaccordo tra storici, giornalisti e fonti primarie, riguardo alla natura di Settembre Nero e su fino a che punto fu controllato da Fatah (la fazione dell'OLP controllata all'epoca da Yasser Arafat).
Nel suo libro Stateless, Salah Khalaf (Abu Iyad), capo della sicurezza di Arafat e membro fondatore di Fatah, scrisse che: "Settembre Nero non era un organizzazione terroristica, ma era piuttosto un'unità ausiliaria del movimento di resistenza, in un periodo in cui quest'ultimo non era in grado di realizzare pienamente il suo potenziale politico e militare. gli appartenenti negarono sempre qualsiasi legame tra la loro organizzazione e Fatah o l'OLP."
Quanto sostenuto da Abu Iyad venne contraddetto da Mohammed Daoud Oudeh, noto anche come Abu Daoud, un operativo di Settembre Nero ed ex membro anziano dell'OLP, il quale, secondo un articolo del 1972 apparso sul quotidiano giordano Al-Dustur, disse alla polizia giordana: "Non esiste una organizzazione Settembre Nero. Fatah annuncia le sue operazioni con questo nome così che che non appaia come esecutore diretto dell'operazione." Un documento del marzo 1973, pubblicato nel 1981 dal Dipartimento di Stato USA, sembrò confermare che Fatah fosse l'organizzazione madre di Settembre Nero. [1]
Secondo il giornalista statunitense John K. Cooley, Settembre Nero rappresentò una "rottura totale con i vecchi metodi operativi e organizzativi dei fedayn. I suoi membri operavano in cellule a tenuta stagna di quattro elementi. I membri di ogni cellula erano tenuti all'oscuro delle altre cellule. La leadership veniva esercitata dall'esterno da parte di intermediari e 'cut-offs' [sic]", non c'era quindi una leadership centralizzata (Cooley 1973).
Cooley scrive che molte delle cellule in Europa e nel resto del mondo erano composte da palestinesi e altri arabi, che avevano vissuto per molti anni nei loro paesi di residenza come studenti, insegnanti, uomini d'affari e diplomatici. Operando senza una guida centrale, aveva una "vera direzione collegiale" (ibid). La struttura a cellule e la filosofia operativa "need-to-know", protessero gli operativi assicurando che la cattura o la sorveglianza di una cellula non avesse effetto sulle altre. La struttura offriva una plausibile declinazione di responsabilità alla leadership di Fatah, che fu attenta a distanziarsi dalle operazioni di Settembre Nero.
Secondo Benny Morris, professore di storia all'Università Ben-Gurion, Fatah aveva bisogno di Settembre Nero. Egli scrive che ci fu un "problema di coesione interna dell'OLP o di Fatah, con gli estremisti che chiedevano una militanza sempre maggiore. Apparentemente i moderati acconsentirono alla creazione di Settembre Nero per poter sopravvivere" (Morris 2001, p. 379). Come risultato della pressione dei militanti, scive Morris, un congresso di Fatah a Damasco nell'agosto/settembre del 1971, si disse d'accordo sul fondare Settembre Nero. La nuova organizzazione si basava sull'esistente apparato di intelligence e sicurezza di Fatah, e sugli uffici e i rappresentanti dell'OLP in diverse capitali europee, e fin dall'inizio, ci fu cooperazione tra Settembre Nero e il FPLP (ibid.)
L'OLP chiuse Settembre Nero nell'autunno del 1973, spinta, dice Morris, dal "calcolo politico per cui nient'altro di buono sarebbe arrivato dal terrorismo all'estero." (ibid. p. 383). Nel 1974 Arafat ordinò all'OLP di abbandonare gli atti di violenza al di fuori di Israele, della Cisgiordania e della striscia di Gaza.
Fonte: wikipedia.org
Settembre Nero è nota soprattutto per il rapimento e l'uccisione di 11 atleti israeliani, e l'omicidio di un poliziotto tedesco, durante l'attacco del settembre 1972 al villaggio olimpico di Monaco di Baviera, che divenne noto come il massacro di Monaco.
Struttura del gruppo
C'è disaccordo tra storici, giornalisti e fonti primarie, riguardo alla natura di Settembre Nero e su fino a che punto fu controllato da Fatah (la fazione dell'OLP controllata all'epoca da Yasser Arafat).
Nel suo libro Stateless, Salah Khalaf (Abu Iyad), capo della sicurezza di Arafat e membro fondatore di Fatah, scrisse che: "Settembre Nero non era un organizzazione terroristica, ma era piuttosto un'unità ausiliaria del movimento di resistenza, in un periodo in cui quest'ultimo non era in grado di realizzare pienamente il suo potenziale politico e militare. gli appartenenti negarono sempre qualsiasi legame tra la loro organizzazione e Fatah o l'OLP."
Quanto sostenuto da Abu Iyad venne contraddetto da Mohammed Daoud Oudeh, noto anche come Abu Daoud, un operativo di Settembre Nero ed ex membro anziano dell'OLP, il quale, secondo un articolo del 1972 apparso sul quotidiano giordano Al-Dustur, disse alla polizia giordana: "Non esiste una organizzazione Settembre Nero. Fatah annuncia le sue operazioni con questo nome così che che non appaia come esecutore diretto dell'operazione." Un documento del marzo 1973, pubblicato nel 1981 dal Dipartimento di Stato USA, sembrò confermare che Fatah fosse l'organizzazione madre di Settembre Nero. [1]
Secondo il giornalista statunitense John K. Cooley, Settembre Nero rappresentò una "rottura totale con i vecchi metodi operativi e organizzativi dei fedayn. I suoi membri operavano in cellule a tenuta stagna di quattro elementi. I membri di ogni cellula erano tenuti all'oscuro delle altre cellule. La leadership veniva esercitata dall'esterno da parte di intermediari e 'cut-offs' [sic]", non c'era quindi una leadership centralizzata (Cooley 1973).
Cooley scrive che molte delle cellule in Europa e nel resto del mondo erano composte da palestinesi e altri arabi, che avevano vissuto per molti anni nei loro paesi di residenza come studenti, insegnanti, uomini d'affari e diplomatici. Operando senza una guida centrale, aveva una "vera direzione collegiale" (ibid). La struttura a cellule e la filosofia operativa "need-to-know", protessero gli operativi assicurando che la cattura o la sorveglianza di una cellula non avesse effetto sulle altre. La struttura offriva una plausibile declinazione di responsabilità alla leadership di Fatah, che fu attenta a distanziarsi dalle operazioni di Settembre Nero.
Secondo Benny Morris, professore di storia all'Università Ben-Gurion, Fatah aveva bisogno di Settembre Nero. Egli scrive che ci fu un "problema di coesione interna dell'OLP o di Fatah, con gli estremisti che chiedevano una militanza sempre maggiore. Apparentemente i moderati acconsentirono alla creazione di Settembre Nero per poter sopravvivere" (Morris 2001, p. 379). Come risultato della pressione dei militanti, scive Morris, un congresso di Fatah a Damasco nell'agosto/settembre del 1971, si disse d'accordo sul fondare Settembre Nero. La nuova organizzazione si basava sull'esistente apparato di intelligence e sicurezza di Fatah, e sugli uffici e i rappresentanti dell'OLP in diverse capitali europee, e fin dall'inizio, ci fu cooperazione tra Settembre Nero e il FPLP (ibid.)
L'OLP chiuse Settembre Nero nell'autunno del 1973, spinta, dice Morris, dal "calcolo politico per cui nient'altro di buono sarebbe arrivato dal terrorismo all'estero." (ibid. p. 383). Nel 1974 Arafat ordinò all'OLP di abbandonare gli atti di violenza al di fuori di Israele, della Cisgiordania e della striscia di Gaza.
Fonte: wikipedia.org