Da La Repubblica del 12/02/2007

Il personaggio

Ichino, il giuslavorista bersaglio dei nuovi brigatisti

di Federico Pace

ROMA - Docente universitario, ex-dirigente sindacale, avvocato e giornalista. Profondo studioso del mondo del lavoro e delle relazioni sindacali, Pietro Ichino è nel mirino delle nuove Br. Ma molte sue tesi sono state spesso contestate, anche rumorosamente in caso di appuntamenti pubblici, da membri della parte più radicale dei sindacati di base.

Ichino è nato a Milano il 22 marzo del 1949. Dal 1969 al 1972 è stato dirigente sindacale della Fiom-Cgil nella zona di Cusano Milanino. Nel 1970 si iscrive all'Albo dei Giornalisti e nel 1975 scrive il suo nome nell'Albo degli avvocati. Dal 1973 al 1979 è stato responsabile del Coordinamento servizi legali della Camera del Lavoro di Milano. Nel 1979 viene eletto come deputato nelle liste di quello che allora si chiamava ancora Partito comunista italiano.

Inizia la sua carriera universitaria nel 1983 come ricercatore presso l'Università Statale di Milano. Nel 1985 diventa coordinatore della redazione della "Rivista italiana di diritto del lavoro" e un anno dopo ricopre il ruolo di professore straordinario di diritto del lavoro presso l'università di Cagliari. I suoi studi si concentrano sui temi del diritto del lavoro e sindacale, con particolare riferimento ai legami con l'economia e la sociologia del lavoro. Nel 1991 diventa professore ordinario all'Università Statale di Milano. A partire dal 1999 dirige il Master Europeo in Scienze del Lavoro dell'Università degli Studi di Milano. Dal 2003 è membro del Comitato di direzione della rivista "Giustizia civile".

Noto editorialista del Corriere della Sera, tra il 1998 e il 1999 scrive articoli anche per l'Unità. Numerose le sue pubblicazioni. Nel 1997 con "Il lavoro e il mercato" vince il Premio Giancarlo Capecchi-Intersind e il premio Walter Tobagi.

Nel 2005 il giuslavorista pubblica "A cosa serve il sindacato", dove analizza la cronaca, a volte spietata, delle vicende che hanno caratterizzato le relazioni sindacali dell'Italia degli ultimi anni e dove definisce quelle che ritiene le necessarie riforme per la nuova stagione delle rappresentanze del lavoro.

L'anno scorso manda alle stampe, anticipato da un articolo pubblicato sul Corriere della Sera, il libro dal titolo provocatorio e autoesplicativo:"I nullafacenti. Perché e come reagire alla più grave ingiustizia della nostra amministrazione pubblica". Il libro solleva un vespaio di polemiche. Nel testo, Pietro Ichino propone una disegno di legge che prevede l'istituzione di organi indipendenti di valutazione destinati a stimare l'efficienza e la produttività dei dipendenti pubblici e degli uffici della pubblica amministrazione. Secondo la proposta di Ichino, l'organismo direttivo valutazione può procedere al licenziamento di quei dipendenti che mostrano indici minimi di efficienza, efficacia e produttività.

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