Moby Prince, nuove indagini per la tragedia nel porto di Livorno
Una lettera del Presidente dell'Associazione dei familiari delle vittime "140"
Pubblichiamo una lettera inviataci dal fratello di una vittima di quel tragico incidente alla Moby Prince
Documento aggiornato il 17/10/2006
La procura di Livorno ha avviato nuove indagini sulla tragedia del Moby Prince. ''Abbiamo ricevuto una memoria - esposto - ha dichiarato il procuratore di Livorno Antonio Giaconi - contenente una serie di fatti alla fine dei quali vengono avanzate ipotesi di reato".
"15 anni sono passati da quella tragica notte.
La notte in cui 140 persone persero la vita sul traghetto Moby Prince, arsi vivi in attesa di soccorsi che non sono mai arrivati.
Una collisione, il traghetto in uscita dal porto collide con la petroliera Agip Abruzzo ancorata in rada, poi il traghetto forse per una manovra tentata dalla petroliera si sfila e si incendia, viene lanciato il mayday da entrambe le navi ma quello del Moby non lo sente nessuno, i soccorsi partono ma nessuno cerca la nave investitrice che verrà vista solo per caso dopo oltre un ora e verrà tratto in salvo l’unico sopravvissuto.
Quindici anni che abbiamo passato a chiedere Verità e Giustizia, che troppo spesso in questo Paese sono stati diritti negati.
Due procedimenti penali, uno per la collisione, l’altro per una manomissione alla timoneria successiva alla tragedia (mentre si recuperavano le salme qualcuno manometteva gli strumenti di bordo).
Il processo di primo grado assolve tutti gli imputati, quello per la manomissione di fronte al Pretore assolve ma lancia severe critiche a chi ha compiuto, ordinato e permesso la manomissione, il pretore è molto duro con i colleghi e con gli inquirenti.
Avevo fiducia nella giustizia, dicevo il nostro caso è diverso, non ci sono implicazioni internazionali come Ustica, poi la delusione, il giorno che il tribunale di Livorno assolse tutti, mi sembrò che il mondo mi crollasse addosso, mi sentivo sconfitto, solo.
Poi mi sono reso conto che quello era un processo farsa a personaggi che avevano pochissime responsabilità, i veri responsabili, quelli che continuavano a manovrare nell'ombra, non erano mai stati imputati.
La sentenza della Corte di appello di Firenze è chiara: Rolla (il terzo ufficiale dell'Agip) è colpevole, ma ben piu' gravi della sua sono le responsabilità di altri, e questi altri, meticolosamente elencati, sono gli stessi che noi familiari delle Vittime consideriamo i responsabili.
L'armatore Onorato, il comandante della Capitaneria Albanese, il comandante della petroliera Superina, sono loro che con le loro azioni, i loro comportamenti, le loro omissioni hanno permesso che quella notte sul traghetto Moby prince trovassero la morte 140 persone.
Vogliamo sapere perchè si è fatto un processo a imputati di secondo piano, e perchè in ogni caso si sono assolti tutti, vogliamo sapere se ci sono responsabilità della magistratura in merito al modo in cui si è arrivati a questo processo e alle sue conclusioni; perchè i dubbi espressi dal Pretore che ha emesso sentenza sulla manomissione alla timoneria e quelli della Corte di Appello di Firenze sono anche i nostri.
Continuo a chiedermi perchè di fronte a una sentenza accusatoria cosi chiara non si sia aperto un processo con questi imputati, non mi posso arrendere e con me non si arrendono gli altri familiari delle Vittime, lo dobbiamo a loro, che così atrocemente hanno perso la vita.
Ho fatto personalmente il riconoscimento della salma di mia sorella, e di fronte a quelle file interminabili di lenzuoli bianchi ho fatto una promessa, non avrò pace finchè non sia fatta Giustizia, continuerò e continueremo a chiedere che il processo sia riaperto, che finalmente i responsabili siano sul banco degli imputati, perchè chi ha permesso e causato la morte di 140 persone deve pagare il suo debito con la giustizia.
Quello alla Verità è un diritto e nessuno è titolato a togliercelo, questo è il Paese delle verità negate, ma vogliamo che diventi un Paese diverso".
Loris Rispoli
"15 anni sono passati da quella tragica notte.
La notte in cui 140 persone persero la vita sul traghetto Moby Prince, arsi vivi in attesa di soccorsi che non sono mai arrivati.
Una collisione, il traghetto in uscita dal porto collide con la petroliera Agip Abruzzo ancorata in rada, poi il traghetto forse per una manovra tentata dalla petroliera si sfila e si incendia, viene lanciato il mayday da entrambe le navi ma quello del Moby non lo sente nessuno, i soccorsi partono ma nessuno cerca la nave investitrice che verrà vista solo per caso dopo oltre un ora e verrà tratto in salvo l’unico sopravvissuto.
Quindici anni che abbiamo passato a chiedere Verità e Giustizia, che troppo spesso in questo Paese sono stati diritti negati.
Due procedimenti penali, uno per la collisione, l’altro per una manomissione alla timoneria successiva alla tragedia (mentre si recuperavano le salme qualcuno manometteva gli strumenti di bordo).
Il processo di primo grado assolve tutti gli imputati, quello per la manomissione di fronte al Pretore assolve ma lancia severe critiche a chi ha compiuto, ordinato e permesso la manomissione, il pretore è molto duro con i colleghi e con gli inquirenti.
Avevo fiducia nella giustizia, dicevo il nostro caso è diverso, non ci sono implicazioni internazionali come Ustica, poi la delusione, il giorno che il tribunale di Livorno assolse tutti, mi sembrò che il mondo mi crollasse addosso, mi sentivo sconfitto, solo.
Poi mi sono reso conto che quello era un processo farsa a personaggi che avevano pochissime responsabilità, i veri responsabili, quelli che continuavano a manovrare nell'ombra, non erano mai stati imputati.
La sentenza della Corte di appello di Firenze è chiara: Rolla (il terzo ufficiale dell'Agip) è colpevole, ma ben piu' gravi della sua sono le responsabilità di altri, e questi altri, meticolosamente elencati, sono gli stessi che noi familiari delle Vittime consideriamo i responsabili.
L'armatore Onorato, il comandante della Capitaneria Albanese, il comandante della petroliera Superina, sono loro che con le loro azioni, i loro comportamenti, le loro omissioni hanno permesso che quella notte sul traghetto Moby prince trovassero la morte 140 persone.
Vogliamo sapere perchè si è fatto un processo a imputati di secondo piano, e perchè in ogni caso si sono assolti tutti, vogliamo sapere se ci sono responsabilità della magistratura in merito al modo in cui si è arrivati a questo processo e alle sue conclusioni; perchè i dubbi espressi dal Pretore che ha emesso sentenza sulla manomissione alla timoneria e quelli della Corte di Appello di Firenze sono anche i nostri.
Continuo a chiedermi perchè di fronte a una sentenza accusatoria cosi chiara non si sia aperto un processo con questi imputati, non mi posso arrendere e con me non si arrendono gli altri familiari delle Vittime, lo dobbiamo a loro, che così atrocemente hanno perso la vita.
Ho fatto personalmente il riconoscimento della salma di mia sorella, e di fronte a quelle file interminabili di lenzuoli bianchi ho fatto una promessa, non avrò pace finchè non sia fatta Giustizia, continuerò e continueremo a chiedere che il processo sia riaperto, che finalmente i responsabili siano sul banco degli imputati, perchè chi ha permesso e causato la morte di 140 persone deve pagare il suo debito con la giustizia.
Quello alla Verità è un diritto e nessuno è titolato a togliercelo, questo è il Paese delle verità negate, ma vogliamo che diventi un Paese diverso".
Loris Rispoli
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Documenti
28 ottobre 2006, Livorno: M/T Moby Prince. Uno spettacolo per non dimenticare
Discorso di Loris Rispoli al termine della rappresentazione teatrale Presidente dell'associazione familiari delle vittime "140" |
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Il testo integrale dell'istanza presentata l'11/10/2006 dall'avvocato Carlo Palermo, difensore di parte civile del figlio dell'ammiraglio Chessa, il pilota del traghetto deceduto nella tragedia.
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