Da redazione del 31/03/2006

L'ultimo numero de L'Europeo è dedicato alle stragi impunite

Gli impuniti. Perchè le tragedie italiane restano senza colpevole

Vajont, Cermis, Porto Marghera, Moby Prince, Ustica, Stazione di Bologna, Portella della Ginestra, Seveso

di Roberto Bortone

Perchè vogliamo andare oltre.

Numero strano, questo de L'Europeo. Il titolo, Impuniti, si riferisce a stragi e disastri che nella storia italiana del dopoguerra sono rimasti soltanto con le vittime e nessun colpevole accertato (tranne in un caso, sul quale però ci sono seri dubbi). Ma, all'inizio, un articolo si riferisce all'esatto contrario del titolo: le parole di un "punito". Un signore che si è già fatto 35 anni di carcer, e che è ancora dentro. Renato Vallanzasca ha concesso al nostro collaboratore Tiziano Marcelli, un'intervista in esclusiva per L'Europeo e ho ritenuto giusto pubblicarla subito per due motivi. Primo: perchè è una storia che "prende", sono le parole di un uomo che, con dignità e sincerità (verso se stesso e verso gli altri), racconta che cosa è diventato in prigionr, dopo essere stato uno dei protagonisti, ovviamente in negativo, della cronaca nera negli anni settanta. (...)

(dall'editoriale di Daniele Protti, direttore de L'Europeo)

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Documenti


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Una lettera del Presidente dell'Associazione dei familiari delle vittime "140"

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Il testo integrale dell'istanza presentata l'11/10/2006 dall'avvocato Carlo Palermo, difensore di parte civile del figlio dell'ammiraglio Chessa, il pilota del traghetto deceduto nella tragedia.
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